Viaggio a Cracovia. Itinerario di 3 giorni.

Storia della città di Cracovia

Le prime notizie storiche risalgono al IX secolo D.C. Considerando che le prime notizie storiche sul regno polacco risalgono al X secolo, è facile intuire come la città di Cracovia sia più antica della Polonia stessa. L’inaugurazione per convenzione della città fu nel 1257. Faceva parte della nota Lega Anseatica, alleanza economica di molti centri dell’Europa settentrionale e centro-orientale. L’essere parte di questa lega, conferì alla città di Cracovia un notevole privilegio, ovvero tutti i mercanti che si fossero recati nei pressi della città dovevano tassativamente sostare nella piazza del mercato e vendere i loro prodotti per 7 giorni. Cracovia fu da sempre un centro fondato sul commercio riunendo conseguentemente altre personalità : vennero architetti, intellettuali. È per questo che Cracovia conserva questo mix di stili architettonici molto diversi e variegati tra loro.

Nel 1320 ci fu l’incoronazione di Re Ladislao il Breve e da quel momento la città di Cracovia divenne capitale del regno polacco che a quel tempo era una super potenza. Nel 1569 entrò in vigore il Commonwealth polacco-lituano ovvero Polonia e Lituania erano parte dello stesso regno. Dopo la guerra polacco-moscovita che si combatté a più riprese dal 1605 al 1618, con i vari tentativi di conquistare Mosca da parte della Polonia, iniziò il declino di quest’ultima. Nel 1655 ci fu l’invasione da parte degli svedesi. Nel 1795 ci fu la terza partizione: quella operata dall’impero austriaco, dall’impero zarista-russo e dalla Prussia. Cracovia finì sotto l’impero austriaco. Dal 1795 fino al 1918 la Polonia non esisteva sulle mappe. Al termine del primo conflitto mondiale, con l’armistizio di Compiègne del 1918, sparì l’impero austro-ungarico e la Polonia tornò ad esistere come paese indipendente. Fino a quando il 6 settembre 1939 i nazisti entrarono in città. Quando i nazisti arrivarono, l’esercito polacco abbandonò questo quadrante per schierarsi su una lunga linea di trincea a difesa della capitale Varsavia, linea di trincea della quale ebbero buon gioco i nazisti sfruttando la Blitzkrieg, la guerra lampo già sperimentata con successo nel 1936 a supporto di Francisco Franco durante la guerra civile spagnola. A differenza di Varsavia che per l’86% fu rasa al suolo, a Cracovia, capitale nazista della Polonia, non si sparò e motivo per cui conserva architetture originali.

I sovietici invasero la Polonia il 17 settembre 1939 e alla fine della seconda guerra mondiale la Polonia divenne un satellite comunista sotto l’URSS. In questo periodo a Cracovia regnava il degrado, perché era una città aristocratica, ricca di intellettuali e per questo invisa all’establishment comunista che le tagliò i fondi. Solo nel 1978, quando il centro storico di Cracovia divenne patrimonio Unesco, ci fu una pressione internazionale che spinse il regime a finanziare le opere di decoro urbano della città.

Nel 2004 la Polonia è entrata nell’Unione Europea e da lì è iniziato un boom economico incredibile con tassi di crescita media del PIL del 3,5% annuo negli ultimi 15 anni.

Primo giorno: visita del centro storico

Teatro Juliusz Słowacki

Juliusz Słowacki era il più grande poeta romantico, non a caso gli intitolarono questo edificio che risale al 1893 in pieno impero austro-ungarico. Al momento della terza partizione Cracovia finì sotto l’impero austriaco e questo portò a ripercussioni positive, perché gli austriaci diedero la possibilità ai polacchi di utilizzare la loro lingua nei documenti ufficiali. Questo gli permise di sviluppare le loro arti e cultura, cosa impossibile nel quadrante sotto a russi e prussiani. L’edificio, essendo di fine ‘800, riprende in scala più piccola l’Opera di Parigi perché l’architetto Jan Zawiejski fu coadiuvato dal famoso Charles Garnier che fu l’architetto francese dell’Opera e del casinò di Montecarlo. All’interno riprende in scala il teatro dell’opera di Vienna. Fu il primo edificio della città a ricevere l’energia elettrica.

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Teatro Juliusz Słowacki

Unico frammento originale della cinta muraria di Cracovia

Questo è l’unico frammento originale della cinta muraria di Cracovia che si estendeva per 5 km e c’erano 47 torri di avvistamento. Venne costruito questo sistema difensivo così imponente perché nel 1241-1243, per due volte, la città fu rasa al suolo dai tartari, popolazione mongola proveniente dal centro Asia che devastò Cracovia. Ci fu anche un terzo tentativo del 1278, che fallì perché la cinta muraria era nuova e migliore rispetto alla precedente. Nel 1800 gli austriaci si resero conto dell’obsolescenza del sistema difensivo. Inoltre c’era anche un discorso di viabilità: la città stava crescendo e serviva spazio. Di conseguenza le autorità dell’epoca optarono per l’abbattimento totale delle mura. Rimase solo questo frammento originale

Barbacane

Nel gergo militare era la porta fortificata dei castelli o delle città. Questa era la porta fortificata della città di Cracovia. Presentava la bellezza di 130 feritoie e un fossato profondo 4 metri e largo 24 metri. Era praticamente inespugnabile. Questo fisicamente non fu mai preso da nessuno. In tutta Europa ne sono rimasti tre: Cracovia, Görlitz in Germania e Carcassone in Francia. Sono architetture tipiche dei paesi limitrofi dell’impero ottomano. I re polacchi a cavallo tra XV e XVI secolo spesso combatterono in Valacchia e in Moldavia contro i turchi. Videro architetture simili e decisero di riprodurle in Polonia.

Vicino al Barbacane si trova il Czartoryski Muzuem dove è conservata la dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci.

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Barbacane
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Porta di San Floriano

Porta di San Floriano

La storia racconta che nel XIII secolo c’erano spesso incendi, come in tutta l’Europa medievale, perché le case erano in legno. Il sovrano Casimiro il Giusto scrisse una lettera a Papa Lucio III per mandare qualche reliquia contro gli stessi. Il papa inviò quelle di San Floriano con la mano alzata. Gli incendi proseguirono ma i polacchi divennero così devoti che San Floriano divenne santo patrono patrono dei pompieri e degli spazzacamini, non solo ma anche Via Florianska che era l’inizio della via reale è dedicata al santo.

Rynek Główny

È la piazza quadrata di epoca medievale più grande d’Europa progettata nel 1257. Ha la forma di pianta quadrata e il colpo d’occhio si perde per la presenza del Palazzo del tessuto proprio al centro. Nei pressi della piazza si può ammirare: la Basilica di Santa Maria, il Museo Sotterraneo, la Statua Adam Mickiewicz, il Palazzo del Tessuto e la Torre del Municipio.

La Basilica di Santa Maria

All’angolo della piazza sorge la Basilica di Santa Maria. Nel XIV secolo c’era il guardiano sulla torre di avvistamento con il compito di scorgere forze ostili oppure incendi. Dopo la grande riorganizzazione urbana per mano degli austriaci divenne un trombettiere con la mansione di scandire l’ora anche di notte. Attualmente se ne occupano 4 vigili del fuoco che si alternano in turni di 12 ore. Questa chiesa non è la cattedrale che si trova sulla collina del Wawel. Questa era la basilica parrocchiale dei cittadini di Cracovia. La Chiesa risale al XIII secolo come impianto originario, anche se poi è stata modificata secondo lo stile gotico baltico, uno stile gotico che si connota per l’uso dei laterizi invece dei marmi. Questa caratteristica la si riscontra anche in altri paesi limitrofi, come Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. All’interno ospita l’altare ligneo gotico più alto del mondo, di 13 metri realizzato da Veit Stoss, artista tedesco venuto qui nel XV secolo.

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Basilica di Santa Maria
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Museo sotterraneo

In epoca medievale Cracovia era piena di fango. Iniziarono quindi a mettere strati di paglia e terra e a mano  a mano, in 4 secoli, la piazza si è sollevata di 4 metri. Questo è il motivo per cui, in molti ristorantini e pub, ci sono scalini che portano ai livelli inferiori. Inoltre dalla piazza si ha accesso al Rynek Underground Museum, il museo sotterraneo di Cracovia in cui sono custoditi reperti archeologici legati al passato della città.

Statua Adam Mickiewicz

A dominare la Piazza Rynek Główny c’è la statua di Adam Mickiewicz, il più grande scrittore d lingua polacca di ogni epoca. A Vilnius ci sono tante statue e targhette dedicate a lui perché dal 1569 in poi Polonia e Lituania erano lo stesso regno che si connotava per la vena anti-russa prima e anti-nazista poi. Quando arrivarono i nazisti tirarono giù la statua e quella che vediamo è una copia degli anni 50. Con il passare del tempo il posto divenne inviso anche ai sovietici, perché qui iniziò a riempirsi di intellettuali che contestavano il regime . I sovietici risposero costruendo Nova Huta, la nuova acciaieria, il quartiere di modernismo sovietico con l’intenzione di trasformare Cracovia da città aristocratica a città operaia. Fallirono nel loro intento tanto che oggi la piazza si chiama Ronald Reagan.

Statua Adam Mickiewicz
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Palazzo del Tessuto

Palazzo del Tessuto

Il palazzo del tessuto nacque come deposito per stipare i tessuti, serviva all’inizio per prevenire i furti, poi ci misero gli stalli dei mercanti e infatti all’interno si possono vedere gli stemmi araldici delle città dell’ex regno polacco.

Torre del municipio

Nel 1817 gli austriaci vollero modificare il municipio mettendoci un piano extra. L’edificio iniziò a sgretolarsi e gli austriaci optarono per l’abbattimento in toto dell’edificio salvando solo la torre, torre che si erge con i suoi 64 metri, ma dei quali 4 metri non sono visibili e ospitava 2 istituzioni medievali: la sala delle torture, e il pub dove era servita la birra più buona di Polonia.

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Torre del Municipio

Università Jagellonica

È la più antica università del paese, fondata nel 1364 da Casimiro III. Si tratta della seconda università più antica dell’Europa centro-orientale dopo quella Carolingia di Praga. Qui ci hanno studiato molte persone tra cui Niccolò CopernicoKarol Wojtyla che studiò qui filologia polacca nel 1938-1939. Dal 1978 al 2005, il suo fu il secondo papato più lungo di sempre. I nazisti entrarono fisicamente a Cracovia il 6 settembre del 1939. Nel novembre del ‘39 radunarono qui tutti i professori, 187 per la precisione. Costoro vennero convinti di essere informati su quando l’università avrebbe potuto riaprire. Non fu così, li portarono ad Auschwitz e li ammazzarono tutti. Fu una grave perdita per gli intellettuali. Con i sovietici le cose non migliorarono. Per rinsegnare bisognava essere iscritti al partito comunista polacco, solo il 7% della popolazione lo fece, non una fetta enorme e quindi i sovietici inviarono i professori da Mosca che insegnarono secondo le direttive della propaganda: l’Università tornò ad essere libera ed indipendente solo dopo il 1989. Ci furono 86000 desaparecidos oppositori politici. All’interno dell’Università Jagellonica c’è il mappamondo più antico del mondo fatto da Copernico nel 1510.

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Università Jagellonica
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Palazzo dell’Arcivescovato di Cracovia

Palazzo dell’Arcivescovato di Cracovia

Qui divenne arcivescovo Giovanni Paolo II. In Polonia, in pieno regime comunista, il 95% della popolazione si dichiarava cattolico praticante. La data spartiacque fu il 16 ottobre 1978 quando Giovanni Paolo II divenne papa. Fu un evento inaudito perché nei 450 anni precedenti ci furono solo papi italiani. Negli anni ‘70 la Polonia era uno stato povero, isolato dal contesto internazionale. Wojtyla rappresentò uno spiraglio per questo popolo e di fatto l’altra data significativa fu il 1979 quando lui scelse la Polonia come primo viaggio apostolico. Il regime comunista non poteva negare il visto dal momento che era polacco, così facendo avrebbe potuto minare la stabilità del regime. Gli diedero il permesso per pernottare nel suo vecchio palazzo vescovile. Di notte si riunì una gran folla che chiese a gran voce di interloquire con lui e il papa si fece avanti, tanto che quella finestra si chiama finestra papale.

Due milioni di polacchi si misero insieme per la messa del papa e fu proprio in quel momento che il popolo polacco si rese conto della forza dei propri numeri e da quel momento comincerà la lotta per l’indipendenza che culminerà nel 1989 con il crollo del Muro di Berlino. Molti furono i motivi che portarono alla fine dell’URSS, in Polonia oltre al movimento di liberazione Solidarność, una spinta propulsiva al cambiamento la diede l’elezione di Papa Wojtyla.

Castello del Wawel

Il complesso del Wawel era ed è tutt’oggi, il cuore pulsante della nazione polacca. Le prime notizie della sua costruzione risalgono all’VIII secolo quando divenne sede della famiglia reale. Nel 1795 ci fu la partizione di polonia. Molta gente andò in esilio, ma queste persone non persero mai il contatto con la madrepatria, tant’è che quando la Polonia divenne indipendente nel 1918  si decise di trasformare il palazzo reale in museo. Dal momento che non c’erano soldi a sufficienza, si fece una raccolta fondi: chiunque avesse donato un quantitativo di denaro pari ad una giornata lavorativa nel castello avrebbe ottenuto una targhetta. Sono le stesse che oggi possiamo ammirare lungo il muro. Originariamente ce n’erano oltre 20 mila. I nazisti però le tolsero. Alcune si salvarono interrandole sotto la collina.

A dominare questa veduta c’era la statua equestre di: Tadeusz Kosciuszko, un generale amico di George Washington che costruì il forte di Filadelfia e partecipò alla lotta d’indipendenza americana contro la Gran Bretagna. Una volta tornato in Polonia, guidò una rivolta a Varsavia contro i russi.

Cattedrale del Wawel

La vera cattedrale di Cracovia ci appare come un insieme di stili architettonici: gotico, barocco, romanico, questo perché ogni sovrano volle modificarla parzialmente. Ed è qui che risiede la sua bellezza. Il lato più celebre della cattedrale è quello formato da due mausolei: la cappella di colore più scuro della dinastia Vasa (a sinistra) e la cappella di colore più chiaro di Sigismondo (a destra). Sigismondo il Vecchio nel XV secolo chiamò a corte Bartolomeo Berecci da Firenze a cui chiese di fare uno schizzo per il Palazzo Reale. Al re piacque così tanto da ordinarne la realizzazione, tanto che il palazzo reale che stiamo per visitare viene apostrofato come una delle perle del rinascimento italiano al di fuori delle alpi. Da notare la copertura aurea della cupola che ha una storia particolare. L’ultimo esponente della dinastia fu Anna Jegellona, lei  non ebbe eredi, raccolse 30kg oro (i suoi) lo fuse e ricoprì la cupola.  

Secondo giorno: quartiere e ghetto ebraico

Fabbrica di Schindler

A pochi minuti a piedi da Piazza degli Eroi del Ghetto, si trova la Fabbrica di Schindler, l’imprenditore tedesco che salvò circa 1200 ebrei dal genocidio nazista. Dell’azienda che produceva oggetti smaltati rimane solo l’Ufficio di Oskar Schindler con la sua scrivania e altre suppellettili. La struttura è ora un museo interattivo che ripercorre la storia di Cracovia durante la guerra e l’occupazione nazista. La fabbrica rimase in funzione fino al settembre 1944. Nell’ottobre 1944 fu trasferita nel Campo di Płaszów e quando questo fu liquidato, Schindler la trasferì insieme a tutti ai suoi 1200 operai in territorio ceco salvandoli dallo sterminio.

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Ufficio di Schindler

Terzo giorno: Auschwitz e la Miniera di sale di Wieliczka

A circa un’ora e trenta minuti da Cracovia, merita una visita il campo di sterminio Auschwitz-Birkenau. Si organizzano visite giornaliere svolte anche in lingua italiana che ripercorrono la storia del campo, dalla sua apertura fino agli ultimi giorni del regime nazista, quando i tedeschi fecero esplodere gran parte del complesso di Birkenau per occultare al mondo i crimini commessi. La visita di solito impiega una mezza giornata. Avendo tempo, nel pomeriggio è possibile unirsi alla visita alle Miniera di sale di Wieliczka.

Campo di sterminio Auschwitz-Birkenau

Miniera di sale di Wieliczka

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