Monaco in un giorno, a spasso per la città

Le origini

Il nome della città deriva da München, monaco appunto. I monaci sono quelli che arrivarono per primi nell’VIII secolo. Secondo la leggenda loro lasciarono il monastero di Tegernsee in cui si trovavano per discordie che avevano con altri monaci e si stabilirono qui. Nel giro di 200 anni si formò il primo insediamento. Successivamente giunse Enrico il Leone, Duca di Baviera e di Sassonia, che nel 1158 pose qui il suo dominio dando alla città il nome attuale München. E questo è il motivo anche per cui vediamo il leone rappresentato in ogni elemento architettonico della città. Lui era il cugino dell’imperatore Federico Barbarossa. Quando si installò a Monaco iniziò a costruire le mura delle città e le porte, trasformò Marienplatz nel centro della vita commerciale. A causa dei contrasti con Federico I Barbarossa quest’ultimo nel 1180 concesse il titolo di Duca di Baviera a Ottone I di Wittelsbach. La famiglia Wittelsbach governò la Baviera fino al 1918.

Karlsplatz

Karlsplatz è una interessante parte della città, è unica per una serie di ragioni, ma ciò che la rende speciale è il fatto che è ORIGINALE. Monaco, che era la sede principale del partito nazista, ha subito forti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Si iniziarono a gettare bombe solo negli ultimi 6 mesi ma si stima che ne sono cadute circa 1.3 milioni in questo lasso temporale. Queste hanno provocato la distruzione dell’80% della città e gravi danneggiamenti ad altri edifici. Solo il 2% delle strutture sono sopravvissute per intero. Da qui possiamo ammirare già la cupola del  Justizpalast (Palazzo di Giustizia), struttura originale risalente alla fine del XIX secolo. Il problema è che molte bombe sono rimaste inesplose. Quando si devono fare progetti di costruzione è molto importante fare attenzione a questo aspetto perché nel momento in cui vengono trovate bombe inesplose, si passa all’evacuazione dell’intera area per far esplodere l’ordigno. Non è raro assistere a questo, di solito avvengono 3-4 volte all’anno.

monaco di baviera, karlsplatz
Justizpalast
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Karlstor

Un’altra cosa interessante riguardo a questa piazza è che ha 2 NOMI: Stachus e Karlsplatz. L’uomo che ha creato questa piazza e che non era amato dai cittadini, Carlo Teodoro, Duca ed Elettore di Baviera nel 1777, gli diede il nome di Karlsplatz. Veniva da Mannheim, ai confini con la Francia, e non volle prendere parte alla vita bavarese. Quando divenne duca si trasferì a Monaco ma non volle imparare nulla sulla cultura di Monaco, nemmeno la la lingua. Si rifiutava di avere conversazioni all’interno della corte se non in francese. Il suo intento era quello di barattare la Baviera per possedimenti austriaci. Inaugurò questa piazza di Monaco con il suo nome Karlsplatz come anche la porta Karlstor. Gli abitanti, al contrario, rinominarono la piazza Stachus, in onore del più noto biergarten della città appartenente a Eustachius Föderl, a sud-est della piazza. Ad oggi gli abitanti di Monaco continuano a chiamarla Stachus. Quando Carlo Teodoro morì nel 1799 gli abitanti festeggiarono per diversi giorni.

Da Karlsplatz, si accede a alla via pedonale di negozi che porta direttamente a Marienplatz, passando attraverso Karlstor, una delle antiche porte di accesso di Monaco. Ad oggi ne sono rimaste tre: Karlstor, Isartor e Sendlinger Tor, risalenti alle fortificazioni medievali del XIV secolo e ricostruite in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Michaelskirche / Chiesa di San Michele​​

Iniziamo la passeggiata fermandoci alla Chiesa di San Michele sulla sinistra. Fu costruita dal Duca Guglielmo V di Baviera, che fu duca per circa 20 anni. Durante il suo regno costruì anche la nota birreria Hofbräuhaus. Le ingenti spese per la costruzione della Chiesa lo portarono sull’orlo della bancarotta e ciò fu uno dei motivi  per cui abdicò in favore del figlio di Massimiliano I. Ma non solo, il contesto storico in cui visse fu quello della Guerra dei 30 anni, in cui i protestanti del nord, tra cui la Svezia, attaccarono ripetutamente i cattolici del sud, di cui il duca si fece portabandiera erigendo la Chiesa di San Michele a simbolo della Controriforma. Al fine di proteggere la città il duca necessitava di forza militare.

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Al fine di intrattenere e sfamare il suo esercito, il Duca Guglielmo V adottò una scelta strategica che ebbe come protagonista la birra. Nel XVI secolo era già diffusa in tutta la Germania la produzione di birra. Il 23 aprile 1516 era stata promulgata la Legge sulla purezza o Reinheitsgebot in base alla quale i soli ingredienti per produrre la bevanda erano: acqua, orzo e luppolo. Il prezzo era di 1-2 Pfenning circa per litro. Il motivo della legge era quello di prevenire la competizione relativa ai cereali tra birrai e panificatori, costringendo i primi all’uso del solo orzo. Fino alla seconda metà del XVI la Baviera produceva birra scadente e non sufficiente per tutta la popolazione. Di conseguenza si importava dal Nord della Germania. Per ovviare al problema , il Duca Guglielmo V inaugurò il 27 settembre 1589 un nuovo birrificio, l’ Hofbräuhaus. Il mastro birraio, proveniente da un monastero adiacente, doveva produrla seguendo rigorosamente la Legge sulla purezza. Solo più avanti, con la scoperta del lievito, si iniziò a produrre birra di frumento. Ad oggi l’ Hofbräuhaus è di proprietà del governo bavarese ed è una una delle 6 sorelle di Monaco, ovvero i 6 birrifici più importanti della città:  Augustiner, Paulaner, Hofbräu, Hacker-Pschorr, Löwenbräu, Spaten.

 La Tomba di Ludovico II di Baviera è custodita all’interno della Chiesa di San Michele.

Augustinerkirche / Chiesa degli Agostiniani

Proseguendo per Neuhauser Str., all’angolo con Augustinerstr., incontriamo la Augustinerkirche o Chiesa degli Agostiniani. Costruita nel XIII secolo, qui vivevano i monaci dell’ordine agostiniano. Dal 1328, anno stimato in base alle fonti ritrovate, i monaci iniziarono a gestire una fabbrica di birra all’interno del monastero stesso. Da qui il nome di Augustiner-Bräu, il più antico birrificio di Monaco e uno dei 6 più importanti come menzionato sopra.

Nel 1803 il monastero e la fabbrica di birra si sciolsero e iniziò un processo di privatizzazione che si concluse nel 1829 con l’acquisizione dei diritti di produzione da parte della coppia di birrai Therese e Anton Wagner. Loro vivevano a Freising dove gestivano il birrificio Hagnbräu, che di conseguenza vendettero per trasferirsi a Monaco per iniziare l’attività dell’Augustiner-Bräu. Alla morte di Anton Wagner, Therese ne assunse la direzione favorendo innovazioni tecnologiche. Dopo di lei la gestione passò in mano al figlio Josef Wagner. Con Josef conobbe un momento di grande prosperità. Nel 1884 trasferì l’attività in una costruzione più grande in Landsberger Str. Di conseguenza possiamo vedere le sue iniziali nel logo dell’azienda J.W. Attualmente il birrificio è gestito dalla  Fondazione Edith Haberland Wagner, a capo del quale vi è un consiglio formato da 6 donne e 6 uomini. Queste 12 persone non devono essere nate a Monaco ma devono passarci almeno 40 anni della loro vita al fine di capire fino in fondo la tradizione legata alla produzione di birra. E loro funzionano anche come ente benefico: per ogni euro speso per l’ Augustiner, una parte viene investita per l’impegno sociale e culturale.

Una volta che il monastero fu dismesso, venne adibito a differente funzioni. Quando il Terzo Reich prese il potere, divenne l’ufficio di Heinrich Himmler, capo delle SS, in cui conduceva interrogatori per dissidenti politici  e persone in seguito deportate a Dachau. Dopo la Guerra iniziò il processo di denazificazione con lo scopo di eliminare tutto ciò che avesse a che fare con il partito nazista. Per quanto riguardava questa costruzione occorreva riconvertirla. Venne trasformato in un ufficio di polizia, ospitando gli uffici della questura di Monaco. Non solo alcuni dei suoi spazi ospitano un Kindergarten e altri il Museo tedesco della caccia e della pesca.

Frauenkirche / Chiesa di Nostra Signora

E’ il duomo di Monaco, conosciuto anche come Chiesa di Nostra Signora. Fu costruita tra il 1468 e il 1488, in soli 20 anni grazie ad un metodo costruttivo rapido basato sull’utilizzo dei mattoni.

La cosa che più colpisce i visitatori, è la Teufelstritt o “impronta del diavolo”, l’impronta di un piede che si trova all’ingresso. Una leggenda cittadina narra che, quando iniziarono i lavori nel 1468, il diavolo si infuriò e cercò di impedire la costruzione della chiesa. Il Diavolo stipulò un accordo con l’architetto, promettendo di aiutarlo nei lavori di costruzione a patto che l’architetto progettasse la chiesa senza finestre, per evitare che i fedeli rimanessero troppo a lungo all’interno. L’astuto architetto usò un trucco visivo per aggirare il diavolo. Entrando nell’edificio, per i primi metri dopo l’ingresso principale non si vedevano finestre; solo quando ci si addentrava nell’edificio, le finestre diventavano visibili dietro i pilastri e l’altare. Quando il Diavolo venne a visionare il progetto, all’inizio era soddisfatto, poi scoprì di essere stato ingannato e batté il piede in segno di rabbia lasciando l’impronte che vediamo oggi.

Un’altra curiosità riguarda le torri, quella nord misura 98,57 metri, quella sud 98,45 metri, di conseguenza l’amministrazione comunale non consente la costruzione di edifici con altezza superiore a 100 metri.

monaco di baviera

CityQuartier Fünf Höfe

Passeggiando per la città uno dei centri commerciali in cui passare per qualche ora è il CityQuartier Fünf Höfe dove si possono ammirare vetrine con i vestiti tradizionali bavaresi. Le persone le indossano regolarmente, non li considerano dei costumi ma parte del loro abbigliamento quotidiano. Questo tipo di tradizione si può trovare nel sud della Germania come in Baviera, Austria, alcune parti della Svizzera, ma ad esempio non in Amburgo. Gli uomini indossano i Lederhosen (pantaloni in cuoio) pantaloni di pelle grezze come vitello, camoscio o cervo. Nacque in Baviera intorno al XV secolo ed era usato per andare a lavorare data la robustezza del materiale. Con il tempo è diventata un’icona della cultura tedesca e non solo. Ci sono di diverse lunghezze: quelli sopra il ginocchio che sono alla moda; quelli appena sotto il ginocchio sono i più formali e si usano in caso di matrimoni o eventi speciali; quelli interi anche se non sono così utilizzati. Le ragazze invece indossano i Dirndl (abito con grembiule), la parola dirndl viene dal dialetto austriaco e significa ragazza. E’ formato da 3 parti principali: il grembiule, la camicetta e il corpetto. Il grembiule è molto importante perché è il modo con cui le ragazze comunicano all’esterno il loro status. Le origini risalgono al XIX secolo ed era usato solitamente da contadine e casalinghe dei villaggi. In occasione delle feste le donne sposate facevano il nodo sulla destra mentre le donne single facevano il nodo sulla sinistra così che gli uomini non importunassero erroneamente le prime.

Max-Joseph-Platz e Nationaltheater/Teatro d’Opera Nazionale

Questa è la statua di Max-Joseph o Massimiliano I Giuseppe Wittelsbach, fu il primo re di Baviera dal 1805 sino alla sua morte. Era all’inizio duca e principe elettore di Baviera e divenne principe solo nel 1805. Questo perché dal 1803 divenne uno degli alleati di Napoleone. Massimiliano aveva 30 mila soldati, fatto abbastanza impressionante per un territorio piccolo e inoltre per il fatto che era duca. Napoleone chiese questi soldati che furono mandati a combattere in Russia. Di questi quali solo 3000 tornarono. L’epilogo fu tragico, ma Massimiliano ebbe la sua ricompensa diventando re. Inoltre l’alleanza tra i due si strinse ulteriormente quando nel 1806 Massimiliano Giuseppe, che aveva 13 figli, diede in sposa Augusta Amalia a Eugenio di Beauharnais, il figlio acquisito di Napoleone. Augusta Amalia aveva 17 anni, Eugenio di Beauharnais ne aveva 47. I due ebbero 7 figli.

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Massimiliano, dopo la formazione del regno, iniziò ad occuparsi della società notando subito la grande differenza tra ricchi e poveri. Di conseguenza favorì la scolarizzazione favorendo l’accesso a scuole e università. Creò l’idea dei musei pubblici, invitando i principi benestanti per finanziare queste attività e costruì in stile classico il Nationaltheater il Teatro d’Opera Nazionale, dove ci troviamo noi ora.

La prima costruzione risalente ai primi anni del 1800 era in legno. Andava bene per l’acustica, ma era facilmente infiammabile e un incendio distrusse la struttura nel 1817 e nel 1823. L’incendio del 1823 avvenne a Gennaio. Quando i pompieri arrivarono non poterono utilizzare l’acqua di estinzione perché era congelata a causa del freddo. Tuttavia si racconta che Massimiliano I, abbia avuto l’idea di spengere l’incendio utilizzando la birra della vicina Hofbräuhaus, come si legge da un resoconto: “i birrai portarono ,a birra raffreddata al fuoco”. Questo piano però aveva 2 problemi: la bevanda conteneva alcohol (altamente infiammabile) ed era solo per i nobili, le classi povere infatti non avevano ancora accesso alle birre. Alla fine il piano non ebbe successo e il teatro fu raso al suolo. L’architetto Leo von Klenze ricevette l’incarico di ricostruire il teatro con i caratteristici pilastri frontali in stile classico. Purtroppo nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale una bomba lo distrusse nuovamente. La costruzione del nuovo teatro iniziò nuovamente nel 1958 per essere aperto definitivamente nel 1963. Come si può notare in cima al teatro c’è un triangolo decorato con il color oro. La posizione non è una scelta causale, si trova ad occidente in modo tale che i colori risplendono al tramontare del sole.

 Dal Teatro d’Opera Nazionale inizia una delle vie più chich della città, Maximilianstraße, lungo la quale si possono trovare negozi pregiati e auto di valore.

Marienplatz

Marienplatz fin dalla fondazione di Monaco nel 1158 ha sempre rappresentato il cuore della vita cittadina. Inizialmente era il fulcro dell’economia, c’erano infatti qui diversi tipi di mercati in cui commerciare uova, grano, vino e pesce. Per molti secoli venne chiamata con il nome di Markt o Platz. Ospitava anche tornei e giostre e dal XVI secolo divenne anche luogo di attività politica in cui si riunivano i vari rappresentati della città. Un momento importante per la storia di Marienplatz fu il 1908, anno della costruzione del Glockenspiel, il carillon di Monaco diventato emblema della città stessa che attira ogni anno turisti da tutto il mondo. Il carillon è composto da 43 campane e 32 figure a grandezza naturale. Suona 3 volte al giorno: alle 11, alle 12 e in estate anche alle 17, mettendo in scienza due episodi della Baviera del XVI secolo. Le scene sono divise in due ripiani, la metà superiore racconta il matrimonio tra il duca locale Guglielmo V, il fondatore della Hofbräuhaus con Renata di Lorena. In onore della coppia si svolge una gara a cavallo tra la Baviera rappresentata dal cavaliere in bianco e blu e il Lothringen (in rosso e bianco), ovviamente con la vittoria del primo. La metà inferiore rievoca la Schäfflertanz (la danza dei bottai). Secondo la leggenda l’invenzione di questa danza risale al 1517 quando a seguito della peste per ravvivare lo spirito delle persone e incoraggiarla ad uscire nuovamente, la corporazione di coloro che producevano botti, i bottai, iniziarono a sfilare per la città cantando e ballando. Con il tempo si trasformò in una tradizione e ciò che colpisce è il costume formato da giacca rossa, cappello verde, pantaloni fino alle ginocchia e calze bianche. La danza dei bottai viene celebrata ogni 7 anni, anche se il motivo numerico della ricorrenza rimane ancora un mistero.

Peterskirche / Chiesa di San Pietro

Vicino a Marienplatz si trova un altro dei simboli di Monaco, la Petersckirche o Chiesa di San Pietro, una delle chiese più antiche della città.

Viktualienmarkt

E’ un mercato all’aperto. Di solito si trovava al centro di Marienplatz ma circa 200 anni fa, c’erano troppe persone ad affollare la piazza e di conseguenza lo spostarono nella posizione in cui si trova ora. Qui si trovano circa 180 negozi molti dei quali gestiti dalla stessa famiglia da centina d’anni. E’ il secondo mercato all’aperto più grande d’Europa. Nel centro del Viktualienmarkt c’è un biergarten. Biertgarten letteralmente significa giardino della birra, si tratta delle tradizionali aree verdi in cui i monacensi si ritrovano come rituale per bere birra e mangiare. La storia è relativamente recente. Nel XIX, periodo in cui era diffusa soprattutto la birra lager scura, il re Luigi I emanò un editto che impediva la produzione di birra in estate perché le alte temperature delle caldaie delle distillerie potevano causare incendi. Di conseguenza si iniziò a produrre una maggior quantità di birra in inverno e i birrai, al fine di conservare le botti al fresco, sfruttarono la vicinanza al fiume Isar scavando delle cantine lungo le sue rive. Non solo piantarono alberi di castagno per creare più ombra, ma allestirono i giardini con tavoli e panche di legno così che le cantine non furono solo utilizzate per mantenere la birra al fresco ma anche per servirla. Dal momento che divennero popolari, per evitare che i piccoli ristoratori perdessero la propria clientela, il re emanò una legge che vietava la vendita di cibo nei biergarten, qui i clienti potevano bere birra e mangiare, ma dovevano portarsi il cibo da casa. Attualmente questa legge non è più in vigore e i biergarten insieme alla birra servono anche pietanze tipiche bavaresi, tuttavia alcuni biertgarten hanno mantenuto questa tradizione e permettono ai cittadini di portarsi il cibo da casa. A Monaco questa cultura è così forte che ci sono circa 125 biergarten in città. Berlino che è il triplo più grande in termini di popolazione ne conta solo 6-7.

Platzl

E’ una “piazzetta”, tradotto così letteralmente in cui si trovano ristoranti e birrerie tipiche della Baviera, tra questi Augustiner Am Platzl in cui gustare cibo tipico tedesco e la famosa birreria Hofbräuhaus creata da Gulgielmo V di Baviera.

Odeonsplatz

La Odeonsplatz è molto importante a livello storico in quanto fu protagonista di una serie di avvenimenti che cambiarono il corso della storia della Germania e del mondo intero. Avvenne qui infatti tra l’8 e il 9 novembre il Putsch di Monaco, il fallito tentativo di colpo di stato da parte di Hitler.

La piazza ospita 3 edifici principali:

  • la Theatinerkirche, la più famosa chiesa barocca della città;
  • la Feldherrnhalle, una copia ottocentesca della Loggia dei Lanzi di Firenze fatta costruire per volere del re Luigi I, costruita in onore degli eroi dell’esercito bavarese;
  • la Residenza dei Wittelsbach, il palazzo reale in cui i Wittelsbach abitarono fino al 1918, anno di caduta della Monarchia.

 

Monaco di Baviera è una città ricca di storia, arte, cultura e natura. Servono almeno 3 giorni per poter visitare le attrazioni principali della città. Leggi ulteriori articoli legati a vicende e luoghi della Baviera. Buon viaggio!

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