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Alcazaba, Malaga

Città di mare, di storia e di artisti. E’ bello camminare lungo Calle Lario incontrandosi con folle di persone ammaliate da giocolieri che si esibiscono a suon di musica e acrobazie. Scoprire le vestigia della civiltà che hanno abitato questa città. E rilassarsi in qualche bar del porto con il suono del mare e dei gabbiani sul sottofondo.

DOVE MANGIARE

Casa Aranda – Churros con Chocolate. I churros sono tipici di tutta la Spagna ma se venite qui merita una siesta in questo locale tipico che si trova nascosto in una via di Malaga.

COSA VEDERE

Malaga si può visitare in uno o due giorni, in base anche a ciò che s’intende esplorare. Se si vuole visitare tutti i siti di massima importanza e godere del suo ritmo lento, è preferibile rimanere almeno due giorni.  Le principali attrazioni sono: l’Anfiteatro Romano, l’Alcazaba, il Castillo de Gibralfaro, il Museo Picasso, Mercado Central de Atarazanas, la Cattedrale di Malaga, Calle Lario.

ANFITEATRO ROMANO

Malaga per la sua posizione strategica è stata abitata fin dall’antichità.E’ una città aperta su una baia circondata dalle pendici meridionali dei Monti Malaga e attraversata nel suo centro storico dal Fiume Guadalmedina. Inizialmente l’insediamento era di origine fenicia e si estendeva dalla collina di Gibralfaro fino a Calle Cister e ai Giardini di Ibn Gabirol ed a sud fino al mare. Grazie ai resti ritrovati è stato possibile confermare l’esistenza di una città completamente fortificata e circondata da mura risalente all’VIII AC. Fonti classiche, per lo più resoconti di viaggio del periodo greco e romano, descrivono un sito chiamato Malacca e Mainake, nomi usati per indicare la città greca, punica e romana. Questo luogo era descritto come un promontorio che dominava la città e fungeva da punto di riferimento per la navigazione.

L’anfiteatro è datato all’epoca di Augusto (I sec AC), e si trova ai piedi della collina dell’Alcazaba. Fu utilizzato fino al III DC. Con la caduta dell’impero e l’arrivo della dominazione araba, i musulmani utilizzarono il materiale, tra cui capitelli e fusti di colonne, per la costruzione dell’Alcazaba.

Per molti secoli l’anfiteatro rimase sotto terra prima di essere riscoperto nel 1951.  

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Anfiteatro Romano, Malaga

ALCAZABA

Fu sotto il governo degli arabi, a partire dall’XI secolo, che Malaga assunse la conformazione logistica e strutturale come la conosciamo oggi. La costruzione dell’Alcazaba e del Castello di Gibralfaro divennero strategici per il dominio della città durante l’insediamento islamico.

L’Alcazaba occupava l’estremità orientale della cinta muraria della città, ai piedi del monte. Era collegata alla città e al porto dalla coracha, una linea difensiva che si snodava attraverso un circuito murario continuativo L’Alcazaba è a sua volta dominata dal Castello di Gibralfaro, che fungeva da quartier generale per le truppe.

I resti più antichi dell’Alcazaba risalgono all’epoca della Taifa di Malaga il regno di Malaga guidato dalla dinastia araba degli Hammudidi che governò anche se con qualche periodo di interruzione dal 1026 al 1239, quando fu conquistata dall’Emirato di Granada. L’Alcazaba mantenne la sua importanza militare fino al XVIII. Importanti per la fortificazione sono le torri albarran. Questo tipo di torri svolgono la funzione di bastioni difensivi in quanto contorllano tutti gli angoli di accesso alla fortificazione.

Porta della Boveda Vaída

Si tratta di una torre dell’XI secolo formata da una porta posta prima della svolta del camminamento con una bellissima volta in mattoni. Il passaggio della porta avviene attraverso una successione di archi. Il primo arco è costruito in mattoni. Quello successivo a ferro di cavallo risale all’XI sec. Entrambi fanno parte della struttura e delineano lo spazio della volta. Dopo questo spazio inziale troviamo un altro arco a ferro di cavallo dell’XI con segmenti in pietra e mattoni. Questo arco apre uno spazio a volta all’uscita dalla torre la cui estremità è sostenuta da fusti di colonne romane riutilizzate. Questo sistema difensivo è uno dei più interessanti della fortificazione e potrebbe essere stato importato dai bizantini.

Porta delle colonne

La porta delle colonne è chiamata anche porta di accesso diretto. Si compone di 3 archi. L’ingresso è costruito con riquadri e mattoni di marmo bianco riutilizzati, cosi come gli splendidi capitelli corinzi. La struttura successiva è un arco interno a ferro di cavallo.

Porta del Cristo

E’ quella che da accesso alla cinta muraria inferiore. La porta fu ricostruita in epoca nazarita nei secoli VIII e IX, grazie alla politica messa in atto da Granada che prevedeva il restauro di tutte le fortezze del suo regno. L’arco è a ferro di cavallo appuntito e sormontato da alfiz (decorazione ornamentale araba costituita da un riquadro rettangolare che racchiude i bordi esterni di un arco). Nella sua chiave di volta in pietra era scolpita in rilievo una chiave, come nella porta della giustizia dell’Alhambra di Granada. Sebbene la simbologia di questa chiave sia ancora incerta, si ritiene possa rappresentare il potere di aprire e chiudere le porte del cielo, che secondo il corano era concesso solo a Maometto. In alto si osservano 2 mensoloni in pietra che sono i resti di una fenditura difensiva dalla quale si controllavano le mosse dei nemici. Il nome di questa porta deriva da una pala d’altare raffigurante il cristo che si trovava in una nicchia ancora visibile  e che nel XVII sec divenne una cappella di strada. La pala fu rimossa nel 1960, dopo il restauro della cinta muraria.

Cinta muraria inferiore

Dalla Porta del Cristo si raggiunge un grande giardino noto come il CORTILE DELLE ARMI si tratta di una costruzione realizzata con materiali molto semplici: pietra e mattoni che formano un disegno geometrico. Dal cortile delle armi si puo osservare la PORTA DELLE STANZE DI GRANADA si puo notare come l’intera cinta muraria dell’alcazaba puo essere attraversata senza interruzione grazie al camminamento di ronda chiamato anche strada circolare.

Cortile delle armi

Il cortile delle armi e il suo bellissimo giardino arabo-spagnolo richiamano l’attenzione per la ricchezza dei suoi ornamenti, realizzati in pietra e mattoni combinati in disegni geometrici.Questa spianata fu rafforzata nella parte meridionale per poter installare un’artiglieria di cannoni a corta gittata poiché la costruzione musulmana non poteva sostenere le vibrazioni causate dai colpi di cannone.

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Porta delle stanze di Granada

Dietro il cortile delle armi si trova la porta delle stanze di Granada che da accesso alla cinta muraria superiore. Si tratta di una porta a doppio accesso diretto con un primo gradino, un piccolo canale e un secondo gradino con un muro che lo divide. Questa torre protegge la cinta muraria superiore nella sua estremità occidentale.

La cinta muraria superiore

E’ la parte più antica della fortezza e quella che ha subito più modifiche dal momento che è stata adibita a diverse destinazioni d’uso passando da funzioni amministrative a quelle residenziali fino a diventare il quartier generale del governo della città. La costruzione fu adattata alla forma allungata del terreno su cui poggia, protetta sia ad est che ad ovest dalle torri. Le torri formano uno spazio circondato da muri dove si trovano l’area dei palazzi e il quartiere residenziale. L’ingresso è formato da un piccolo cortile con una fontana e una scala stretta e ripida che si adatta alle irregolarità della parte superiore. Lo spazio era organizzato geometricamente alla maniera dei giardini ispano-musulmani giocando coi colori dei mattoni, della pietra, la vegetazione e l’acqua.

Tra i palazzi più importanti c’è il palazzo taifa e il palazzo nasrid.

La coracha

L’Alcazaba è collegata con il Castello di Gibralfaro attraverso un percorso a zig zag costruito tra le mura e chiamato coracha terrestre. A differenza delle torri albarran dalle quali si può sparare, una coracha è una costruzione puramente difensiva.

CASTELLO DI GIBRALFARO

Il castello di Gibralfaro fu costruito nel XIV per proteggere l’Alcazaba e ospitare le truppe. L’edificio prende il nome dal toponimo yabal che in arabo significa monte e da faro che in greco significa faro. Questo tipo di fortificazione corrisponde ad un modello del tardo XIII. La sua costruzione iniziò sotto il regno di Yusuf I tra il 1344 e il 1354. Il figlio Muhammad V terminò i lavori adattando il sistema di protezione dell’Alcazaba ai progressi dell’artiglieria e delle tecniche militari. Dopo la conquista della città da parte dei monarchi cattolici, le truppe castigliane occuparono. Negli anni seguenti divenne quartier generale delle truppe e carcere. Durante la guerra d’indipendenza le truppe francesi s’insediarono fino al 1812, quando furono costrette a ritirarsi. Durante la ritirata i francesi fecero esplodere tutto: il quartiere, le difese esterne, la nuova torre e l’area del molo, salvando il deposito di polvere. Da quel momento il castello fu abbandonato. Dopo diverse fasi di restauro è stato inaugurato e aperto alle visite nel 1998. La posizione strategica gli conferisce un valore militare fondamentale. Situato in cima all’omonimo monte, il Monte Gibralfaro, a 130 metri dal livello del mare, dominava l’intera città e la baia. Il castello fu l’ultima e principale roccaforte difensiva dell’Alcazava, con cui comunicava attraverso la strada fortificata dell’Alcazaba.

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