
I murales che si incontrano a Varsavia di solito riflettono la storia difficile della città. Ma ci sono anche murales che si riferiscono ad avvenimenti odierni politici e sociali come la necessità di proteggere l’ambiente.
La tecnica usata qui è tale per cui occorre mettersi in un angolo per avere chiara la pittura. Ci sono 6 ritratti di donne. In base ai simboli disegnati si intuisce ciò in cui erano specializzate.
- Janina Bauman: scrittrice sopravvissuta all’Olocausto e una delle più ambiziose sociologhe del secondo dopo guerra.
- Rachel Auerbach: combattente durante la rivolta del ghetto ebraico, si occupava anche di nutrire gli orfani del ghetto.
- Maria Ajzensztadt: cantante che cantava nella radio polacca.
- Mary Berg: persona americana ebrea, moglie di un ambasciatore americano in Polonia. Riuscì a lasciare Varsavia nel 1940. Prima di andarsene, lasciò il suo diario con le memorie storiche del 1939 e 1940 e dell’Olocausto che stava arrivando.
- Zivia Lubetkin: altra resistente del ghetto ebraico.
- Tekla Bądarzewska: compositrice. Scrisse una canzone semplice da suonare al pianoforte, perché scritta per intrattenere gli ospiti. Ma che divenne un pezzo molto in voga Modlitwa dziewicy.


Questa è la city orchestra. Tornando al XIX secolo quando la maggioranza delle persone era povera, un modo per arrotondare era quello di creare band musicali. Questo murales rappresenta un gruppo di musicisti che suonavano strumenti musicali tipici come il violino o il basso. Suonavano nei cortili, agli angoli delle strade. Di solito avendo un accordo con il guardiano del cancello che gli chiedeva soldi al fine di lasciarli entrare nel cortile. Dopo di che suonavano sempre più forte fino a quando le persone gli davano dessero soldi.
Ora non ci sono più backyards bands a Varsavia. Fino agli anni 60 ce n’erano diverse che suonavano per lo più nel distretto di Praga. Le canzoni erano sulla vita quotidiana.
Anche in questo caso per avere l’intera visuale del murales bisogna guardare da un angolo. Il significato di questo murales è storico e sociale. Prima della Seconda Guerra Mondiale, questa parte della città era multietnica. C’erano ebrei, russi, tedeschi, persone di diversa nazionalità che vivevano insieme. Con l’arrivo di Hitler la città fu distrutta e solo con la fine del conflitto e la ricostruzione, la città sta diventando di nuovo multietnica. Il murales vuole essere un monito un ai locali che ricordargli che il mondo è diverso. I giovani street artists Anna Koźbiel and Adam Walas lo hanno realizzato nel 2015 durante la prima crisi di rifugiati.


Anche questo murales è stato realizzato dalla coppia di giovani artisti Anna Koźbiel and Adam Walas. Il dipinto ha lo scopo di onorare il dottore ebreo Ludwik Zamenhof che in questo quartiere si cimentò nell’invenzione della lingua esperanto. Si può notare il ritratto di Zamenhof e vicino a lui la storia dell’esperanto scritta in polacco ed esperanto. L’obiettivo era avere un’unica lingua in tutto il mondo per evitare guerre. Ci sono anche ritratti di alcune persone conosciute della cultura popolare come Napoleone, Charlie Chaplin, Maria Aantonietta. E personaggi dei cartoni come Schrek.
Questo murales è dedicato ad uno degli scienziati più famosi della polonia: Marie Curie. La scienziata visse in questo quartiere nel XIX quando suo padre era un maestro impiegato in una scuola. Al fine di commemorare il secondo premio Nobel di Marie Curie, è stato chiesto all’artista Swanski di creare un’opera di street art in onore di Curie. A prima vista l’opera non ha nulla a che vedere con il soggetto assegnato, dal momento che il motivo principale sono pesci e uccelli. Questo perché il tratto distintivo di Swanski è quello di dipingere sempre pesci e uccelli. Quando la critica gli fece notare ciò, aggiunse un atomo come referenza a Marie Curie.


Quest’area fu completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale a causa del sollevamento del ghetto ebraico nel 1943 e di Varsavia nel 1944. I ricordi dei luoghi che c’erano qui sono raffigurati sul muro insieme al ritratto di Marek Edelman, attivista e politico polacco di origine ebraica, superstite dell’Olocausto, e di Stefania Grodzienska, scrittrice polacca e attrice teatrale. L’obiettivo è sempre quello di ricordare alle persone il passato doloroso della città.
Questo murales si trova nel passaggio d’ingresso di viale Giovanni Paolo II, vicino all’incrocio con Viale Solidarność. L’obiettivo è quello di rendere omaggio agli abitanti di Viale Solidarność (ex Leszno). L’opera rappresenta persone sedute su uccelli che volano tra gli alberi. Le persone sono sia residenti anonimi del Viale sia personaggi storici.
Tutte le figure raffigurate nel murales sono sedute su uccelli che volano tra gli alberi. A guidarle c’è il comandate Bohdan Lachert con in mano una bussola. E’ l’architetto che ha progettato Muranów nel dopoguerra ed è raffigurato su una fenice, a simboleggiare la rinascita del quartiere dalle ceneri.
- Cyprian Kamil Norwid, che ha vissuto a Leszno quando aveva 15 anni, è raffigurato con un libro che porta il suo nome, mentre scivola su una cicogna che simboleggia l’emigrazione.
- Emanuel Ringelblum, vola su un gufo e tiene in mano un libro con il suo nome. Lo storico è noto soprattutto come creatore dell’archivio clandestino del Ghetto di Varsavia.
- Marysia Ajzensztadt, la cantante nota come “usignolo del ghetto”.
- L’autore di “Lalka” (La bambola), Bolesław Prus.
Anche gli uccelli hanno un significato. La cicogna bianca è associata alla Polonia; la passera lo stesso perché è molto comune trovarla nel centro di Varsavia; il gufo è un simbolo di speranza. La fenice simboleggia il quartiere che rinasce dalle ceneri.



Realizzato nel 2018 da Igor Chołda (Aqualoopa) per celebrare il quartiere di Wola. Il murales raffigura aspetti della vita quotidiana di Wola, attraverso i suoi musicisti e attraverso edifici noti, come la fabbrica di gas, il museo dell’insurrezione di Varsavia e simboli come la sirena.


Questo murales è del 2010 perché. Quello che salta subito all’occhio e la domanda è: czystość jest? E’ pulito? Il muro su cui è stato dipinto fa parte del Regional Sanitary – Epidemiological Warsaw, il Laboratorio della Stazione Sanitaria ed Epidemiologica Provinciale di Varsavia che si occupa di Prove per il trasporto di Salmonella e Shigella, Test diagnostici di materiale clinico, Prove dell’acqua. La tematica in questo caso è relativa all’ambiente e il messaggio che vuole lanciare è quello di proteggere la natura al fine di avere anche acque pulite.
Anche questo murales ha come significato quello di proteggere la natura. E’ stato realizzato pitturato nel 2011, il lato destro che enfatizza la natura con i colori verde, blu. Mentre nell’altro lato prevale il colore nero a causa di macchine, treni e altri mezzi che producono inquinamento. E’ una sorta di avvertimento su ciò che gli uomini possono fare alla natura se continuano ad usare in maniera esagerata macchine e mezzi simili.


Questo murales è stato fatto da Swanski. Il mainstream della sua arte sono pesci e uccelli. Le Nazioni Unite hanno sponsorizzato quest’arte di strada nel 2017, chiedendo la creazione di un’opera per sensibilizzare le persone alla protezione delle acque e dell’ambiente.
Si tratta di un murales del 2017 che riguarda un caso legato a problemi sociali e di salute. Questo è il ritratto di una giovane che faceva parte di una fondazione che aiuta le donne con tumore al seno. Lei stessa era malata e durante la terapia rimase in cinta. Al fine di aumentare la consapevolezza si fece fotografare durante la chemio senza capelli e in attesa del suo bambino. Il finale purtroppo non è a lieto fine. Un anno e mezzo dopo aver dato alla luce il bimbo, la donna morì. Si tratta tuttavia di una delle opere più sentite della street art varsaviana per il suo forte impatto sociale.
