
Da New York City a Filadelfia
Il viaggio da New York a Filadelfia percorre l’US Route 95, la principale autostrada della costa orientale degli Usa. Uscendo dallo stato di New York si entra nello stato del New Jersey attraverso il Lincoln Tunnel costruito negli anni ’30 del 1900 e lungo 2,4 km. Ha questo nome in onore di Abraham Lincoln, 16° presidente americano, che governò dal 1861 al 1865, negli stessi anni in cui imperversava la guerra civile, o guerra di secessione.
Lincoln fu il primo presidente del Partito Repubblicano e uno degli asset principali in cui basò tutta la sua campagna elettorale fu l’abolizione della schiavitù, Questo lo portò al forte sostegno degli Stati del Nord e dell’Ovest, ma non del Sud, a favore del sistema schiavista. Fu eletto presidente il 4 marzo 1861 e circa un mese dopo, il 12 aprile 1861 iniziò la guerra civile americana che vide gli Stati Uniti d’America scontrarsi con gli Stati Confederati d’America, ovvero 7 stati del sud secessionisti a favore della schiavitù. La guerra durò 4 anni, da una parte gli Stati dell’Unione guidati da Ulysses Grant, dall’altra gli Stati Confederati guidati da Robert Edward Lee. I due generali erano amici, avevano combattuto insieme nella guerra contro il Messico 1846-1848 e avevano frequentato l’accademia militare di West Point. L’ultima battaglia terminò il 13 maggio 1865 con la vittoria degli Stati dell’Unione. Un mese primo quello che era stato l’amico e compagno di strategia di Grant, il Presidente Lincoln, fu vittima di un complotto. Il 14 aprile 1865 Lincoln insieme alla famiglia si recò al Ford’s Theatre di Washington per assistere ad una commedia musicale. Poco dopo aver preso posto, l’attore John Wilkes Booth, simpatizzante degli stati confederati e a favore della schiavitù, sparò un colpo alla testa del presidente. Quest’ultimo rimase in coma per diverse ore finché la sua morte fu annunciata il 15 aprile 1865. Se ne andava uno dei simboli della storia americana, pagando con la vita la promessa che aveva fatto fin dall’inizio del mandato, l’abolizione della schiavitù.
Il Lincoln Tunnel attraversa le acque del Fiume Hudson, il cui nome si deve all’esploratore inglese Henry Hudson. Hudson nel 1609 iniziò a lavorare per conto della Compagnia olandese delle Indie orientali guidando la spedizione che lo portò ad esplorare la costa orientale dell’America del Nord. Arrivato nell’attuale zona di Manhattan incontrò il fiume che oggi porta il suo nome e lo risalì fino all’attuale Albany. Nel 1613 i Pesi Bassi rivendicarono il possesso di quell’area insediandovi la colonia di New Amsterdam (Nuova Amsterdam). Nel 1665 l’insediamento passò sotto il dominio inglese che lo rinominò con il nome attuale New York, in onore al Duca di York Giacomo II, fratello del re d’Inghilterra Carlo II.
Per raggiungere Filadelfia dallo stato di New York si entra nello Stato del New Jersey, uno stato federato con un’alta qualità di vita e caratterizzato da ampi spazi verdi e una tassazione inferiore. Questo lo rende un ottimo compromesso con sempre più persone che scelgono di vivere nel New Jersey e lavorare a New York. Nel New Jersey si prende l’US Route 95, che collega la costa orientale degli Usa da Nord a Sud, dalla frontiera con il Canada fino alla Florida passando per diversi stati tra cui la Pennsylvania.
Storia di Filadelfia e dell'Indipendenza Americana
Filadelfia si trova in Pennsylvania, uno stato nel nord-est degli Stati Uniti d’America e una delle prime 13 colonie americane. Conta circa 13 milioni di abitanti ed è il sesto più popoloso degli Usa. La capitale è Harrisburg, mentre una delle città principali è Filadelfia con 1 milione e 600 mila abitanti. Filadelfia rappresenta una pietra miliare per la storia degli Usa. Fu fondata nel 1682 dall’inglese William Penn, alla fine del 1700 era la città più grande del paese. L’edificio della Independence Hall ospitò nel 1776 la Dichiarazione d’Indipendenza degli Usa e nel 1787 la Costituzione degli Usa. Dal 1790 al 1800 fu capitale provvisoria degli Usa. La prima capitale degli Usa fu New York nel 1788 e sempre qui il 30 aprile 1789 George Washington fu eletto Primo Presidente degli Usa. In quegli anni la volontà era quella di stabilire la capitale più a sud, lungo il fiume Potomac. Con il Residence Act del 1790 si stabilì come capitale provvisoria Filadelfia e come capitale permanente Washington. Ma l’assetto definitivo che conosciamo oggi, ebbe le sue radici in un intreccio di fatti storici che iniziarono a svilupparsi negli anni 50 del 1700.
Mentre l’Europa dal 1756 al 1763 fu teatro della Guerra dei sette anni che vedeva la contrapposizione delle principali potenze europee: Regno di Gran Bretagna e Regno di Prussia da una parte, Regno di Francia e Monarchia asburgica dall’altra, questa ebbe ripercussioni anche in paesi extraeuropei dove le stesse si contendevano l’egemonia. In Nord America tra il 1754 e il 1763 si confrontarono francesi e inglesi, i primi appoggiati dagli indigeni locali, i secondi dai coloni inglesi. La guerra si concluse con la vittoria degli inglesi e la successiva cacciata dei francesi dal Nord America.
La guerra fu molto costosa per la corona britannica. Il re inglese Giorgio III estese lo Stamp Act anche alle colonie in Nord America, ogni foglio di carta stampata contenente il sigillo reale era sottoposto a tassazione, come tutti i prodotti che provenivano dall’Europa come tè, zucchero, alcol. Questo era vitale per le colonie al fine di poter essere rappresentate nel parlamento britannico, come recitava lo slogan anti-inglese “No Taxation without Representation”.
Nel XVIII secolo vi erano tre porti principali in cui arrivavano i prodotti europei, da sud a nord: il Porto di Washington, il Porto di Filadelfia e il Porto di Boston. Anche Boston è fondamentale per la storia degli Usa. Fu fondata nel 1630 da puritani inglesi guidati da John Winthrop in fuga dalle persecuzioni della madrepatria, la stessa cosa che successe con William Penn alla guida dei quaccheri per la fondazione di Filadelfia. Mentre i porti di Washington e Filadelfia ricevevano merci olandese prive di tassazione, arrivavano le merci inglese con un’imposizione fiscale in continuo aumento. Questo fu motivo di una serie di frizioni che contribuirono a dare avvio al movimento americano che rivendicava l’indipendenza dall’Inghilterra. Il primo episodio è ricordato come il Massacro di Boston. Avvenne nel 1970 quando le truppe inglesi uccisero 5 civili. Nel 1773 si verificò un altro avvenimento ricordato come il Boston Tea Party. Al fine di protestare contro il continuo aumento di tasse, circa 200 persone che lavoravano nel porto si ammutinarono gettando in acqua le casse di tè provenienti dall’Inghilterra. La risposta dell’Inghilterra non tardò ad arrivare, il 30 marzo 1774 il parlamento britannico emanò come punizione il Boston Port Act dichiarando la chiusura del porto di Boston e qualunque attività a questo annessa, mettendo in ginocchio l’economia dell’area. Complotti analoghi contro l’Inghilterra si stavano verificando anche in altre città. Nel 1774 a Filadelfia nel Carpenter’s Hall, la Compagnia dei Carpentieri, la più antica corporazione di arti e mestieri del Nord America, si tenne il primo Congresso Continentale. Si uscì con due idee: la prima era l’invio di emissari in Inghilterra affinché si riunissero con il re per cercare una soluzione alla difficile situazione economica dovuta al sistema di tassazione inglese; la seconda era l’organizzazione di una riunione più grande che riunisse tutte le colonie.
Il tentativo di negoziazione portato avanti rappresentanti delle colonie, tra cui spicca il nome di Benjamin Franklin, non ottenne i risultati sperati. Si decise di conseguenza di convocare il Secondo Congresso Continentale, sempre a Filadelfia ma in quello che fino ad allora era conosciuto come State House e dopo i fatti che svilupparono Independence Hall. Il secondo congresso iniziò nel 1775. Vi parteciparono 2 per rappresentanti per ognuna delle 13 colonie: Virginia, Maryland, Massachusetts, Rhode Island, New Hampshire, Cennecticut, North Carolina, South Carolina, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Georgia. La sala delle riunioni fu allestita con 13 tavoli e 26 sedie e si diede il via al dibattito. Inizialmente era lo stato del Massachusetts a rivendicare con forza l’indipendenza dagli inglesi a causa dei provvedimenti presi a Boston e non ottenne subito l’appoggio degli altri stati. Fu così che il 19 aprile 1775 a Lexington e Concord , in Massachussets, ebbe luogo il primo scontro militare tra l’esercito inglese e le forze coloniali separatiste che diede avvio alla Guerra d’Indipendenza Americana. I coloni persero. La successiva battaglia fu quella di Bunker Hill, anche in questo caso la vittoria fu degli inglesi. I coloni avevano appreso le tecniche militari della madrepatria ma senza l’appoggio di tutti gli stati erano numericamente e militarmente inferiori all’esercito della madrepatria. Così gli indipendentisti iniziarono ad incontrarsi la notte in differenti punti della città per pianificare la guerra. Questi avvenimenti si possono ricordare grazie al Freedom Trail, una linea di mattoncini rossi lunga 4km che ripercorre e con 16 fermate che rappresentano i luoghi in cui si riunivano di notte per pianificare le attività belliche. Tra questi il Boston Common, il parco più antico della città dove gli inglesi giustiziavano i traditori. Si iniziarono a vincere le prime battaglie, ma ben presto ci si rese conto che occorreva informare tutta la popolazione per ottenere il massimo consenso possibile.
Il 2 luglio 1776, si riunirono nuovamente 2 rappresentanti delle 13 colonie e all’unanimità approvarono la prima bozza della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America di cui uno dei massimi contribuenti fu Benjamin Franklin, personaggio di spicco di Filadelfia. Il testo fu mandato in stampa il 3 luglio 1776 e il 4 luglio ne uscirono 200 copie. Come data della dichiarazione fu messa il 4 luglio 1776 che è ancora quella che si festeggia ad oggi come Giorno dell’Indipendenza. Nello stesso giorno suonò la campana dell’Independence Hall, per questo chiamata Campana della Libertà. Il popolo giunse e si iniziarono a distribuire le varie copie, prima a Filadelfia, poi nelle altre città delle colonie. Di queste 200 copie ne sono rimaste 8, una di queste è tuttora visibile nell’Independence Hall. Circa un mese dopo, il 2 agosto 1776 Thomas Jefferson stilò la documento della dichiarazione firmato dai delegati delle varie colonie, la cui copia originale è conservata nell’Archivio Nazionale di Washington. Da ricordare che gli Usa non ottennero l’indipendenza nel 1776. In questo anno firmarono un documento con cui mettevano per iscritto la loro volontà di essere uno stato indipendente. La guerra per l’indipendenza durò fino al 1783. Il 3 settembre 1783 con il Trattato di Parigi firmato da Regno Unito, Francia, Spagna, Province Unite e tredici colonie americane si pose fine al conflitto e il re inglese Giorgio III sancì la perdita dei territori americani e di conseguenza la loro indipendenza. Tuttavia le 13 colonie erano ancora 13 stati con la propria moneta e le proprie leggi. Nel 1777 era stato emanato il primo documento amministrativo degli Stati Uniti, gli Articoli della Confederazione, ma non era sufficiente a governare il caos politico-economico che si stava creando. Ripresero i lavori e dopo mesi di dibattito il 17 settembre 1787 a Filadelfia fu firmata la Costituzione degli Stati Uniti, la legge suprema che tuttora governa il paese ed elemento simbolico che diede vita agli Stati Uniti.




Congress Hall
La Congress Hall, o la Sala del Congresso, fu un importante tassello della vita politica della città e dell’intero paese. Si può visitare con dei ranger che ne raccontano la storia. Durante i 10 anni in cui Filadelfia fu capitale provvisoria dal 1790 al 1800, in questa sala il congresso approvò diversi emendamenti alla costituzione. Le colonie da 13 diventarono 16. Furono approvati i civil rights, i diritti civili. Un altro emendamento riguardava la costituzione di una forza militare a difesa del paese. Fu sancito il primo censimento. Il numero dei rappresentati della Camera dei deputati era scelto in maniera proporzionale in base al numero degli abitanti in ogni stato. Fino a quel momento si pensava che la popolazione ammontasse a 2 milioni, di conseguenza il numero dei deputati al congresso era di 65 persone. Con il primo censimento ci si rese conto che la popolazione era di 4 milioni e mezzo di persone, di conseguenza il numero dei deputati salì a 106 persone. Mentre nel Senato, per una questione di uguaglianza, sono eletti due senatori per ogni stato, senza considerare la grandezza dello stato. Fu qui inoltre che si iniziarono a delineare le prime idee politiche divergenti e di conseguenza il tema dei partiti politici. Da una parte c’erano i democratici repubblicani guidati da Thomas Jefferson e James Madison. Dall’altra i federalisti guidati da John Adams.




Benjamin Franklin Museum
Una personalità di spicco per la storia di Filadelfia e di tutti gli Usa fu Benjamin Franklin. Nacque a Boston il 17 gennaio 1706. Durante la sua vita fu conosciuto per i tanti lavori che ricoprì, in particolare come politico, essendo stato uno dei fautori della dichiarazione d’indipendenza, tipografo e inventore. All’età di 12 anni fu assunto dal fratello nella sua azienda di tipografia. Qui Franklin imparò le basi della tipografia. A causa dei dissapori in famiglia a soli 17 anni si trasferì a Filadelfia, qui aprì una propria tipografia. Nel giro di pochi anni sviluppò tutta una serie di succursali e collaborazioni per la pubblicazione costante delle notizie di Filadelfia. A quel la stampa era fatta con il supporto di una lastra di metallo. Prima occorreva preparare le lettere con ciò che c’era da imprimere. Dopo di che si impregnavano di inchiostro. Veniva posizionato un foglio bianco e infine si spingeva con un blocco di metallo per far aderire le lettere alla carta. Ad oggi nel Benjamin Franklin Museum si può rivivere la magia della stampa con due signori vestiti in abiti settecenteschi che ne spiegano tutti i passaggi. All’età di 42 anni si ritirò dal mondo del lavoro. Aveva guadagnato così tanti soldi che affermò di poter vivere senza lavorare fino a 100 anni. Si dedicò quindi alla sua grande passione, l’invenzione. Franklin viene ricordato per essere l’inventore del parafulmine. Una volta osservando una tormenta intuì che i fulmini fossero conduttori di energia elettrica. Doveva cercare di dimostrarlo per poter finanziare potenziali progetti. Durante la tormenta elettrica fece volare un aquilone con una punta di metallo. Quando il fulmine toccò quest’ultimo si verificò la scarica elettrica. Dimostrata la sua intenzione, si vide finanziato il progetto per la costruzione del parafulmine.



Altre cose da vedere in città
Vicino al Congress Hall e al Benjamin Franklin Museum ci sono altre chicche storiche che si possono visitare nel giro di qualche ora. Tra questi:
- La tomba di Benjamin Franklin.
- La chiesa cristiana di Filadelfia.
- La Betsy Ross House, o Chiesa di Betsy Ross, che secondo la leggenda è stata la donna che cucì la prima bandiera americana.
- La Elfreth’s Alley, un’eccezionale collezione di case di artigiani originali risalenti al 1720-1830. Più tardi ospitò gli immigranti che lavoravano nelle industrie vicine. I residenti iniziarono i lavori di conservazione nel 1934.




Percorrendo per circa 1 km Arch Street si arriva al grande quadrilatero in cui è possibile vedere la City Hall o Municipio. Fu costruita tra il 1871 e il 1901. E’ alta 168 metri e fu progettata per essere la più alta al mondo anche se ben presto fu superata da altre costruzioni come la Torre Eiffel e a poco a poco i grattacieli di Manhattan. Vicino si può ammirare anche la Gran Loggia della Pennsylvania, la più importante organizzazione massonica di questo stato, la chiesa dei santi Pietro e Paolo, il parco dell’amore.
Lasciando il Parco dell’amore, si passa per Benjamin Franklin Pkwy, una delle vie più conosciute di Filadelfia e caratterizzata da bandiere di altri stati ai suoi lati. Termina nell’Art Museum di Filadelfia ai piedi del quale si trova la famosa statua di Rocky e la famosa scalinata del film.



