Potsdam e il Palazzo di Sanssouci, una fuga di tranquillità dalla caotica ed eccentrica Berlino

Potsdam
Casa di Tencin, Giardini Sanssouci

Appena arrivata a Potsdam quello che colpisce sono le immense aree verdi e gli alberi che in autunno si tingono di colori accesi dal giallo all’arancione. Potsdam è la capitale dello stato federale Brandeburgo ed è urbanizzata solo per il 25%.

Potsdam durante i due conflitti mondiali

La storia di Potsdam si lega inevitabilmente a quella della Prussia, lo stato di cui faceva parte anche la Germania. Nel 1701 Federico I di Hohenzollern, Duca di Prussia ed Elettore di Brandeburgo si autoproclamò re in Prussia. La famiglia Hohenzollern rimase al potere fino al 9 novembre 1918 quando, verso la fine della Prima Guerra Mondiale il Re Guglielmo II abdicò. Lo stesso giorno, approfittando dell’assenza dell’imperatore, i principali partiti del paese, comunista da una parte e socialdemocratico dall’altra proclamarono ognuna una Repubblica di Berlino. Il caos interno era insostenibile e rasente alla guerra civile. La Prima Guerra Mondiale terminò due giorni dopo, l’11 novembre 1918.

Poco prima di giungere a Potsdam da Berlino si attraversa il Ponte Glienicker intorno al quale si sviluppa il bosco e il Lago di Glienicke. Fu proprio qui che il monarca Guglielmo II prese una barca e fuggì insieme alla moglie per poi rifugiarsi in Olanda. Da qui diede il suo appoggio a Hitler per la formazione del Terzo Reich, con l’dea che avrebbe potuto restaurare la monarchia.

Potsdam durante la Guerra Fredda

Prima di attraversare il Ponte di Glienicker mi fermo ad osservare un cartello che mostra esattamente la divisione tra Germania Orientale e Germania Occidentale durante la Guerra Fredda. Potsdam faceva parte della prima, ovvero ricadeva sotto l’influenza comunista dell’Urss. Non solo, la costruzione del Muro di Berlino, che correva lungo le sponde del lago, separò nettamente Potsdam da Berlino Ovest.

Mentre a metà del Ponte Glienicker si trovava il confine politico che divideva la Germania Est dall’Ovest. Questo ponte divenne di fondamentale importanza tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 quando la tensione tra Usa e Urss raggiunse i massimi storici. Il ponte divenne l’emblema di questo periodo dal momento che qui avvenivano gli scambi tra spie sovietiche e spie americane, motivo per il quale fu rinominato Ponte delle Spie. E da qui Spielberg trasse ispirazione per ambientare il film del 2015 Il ponte delle spie, e trattare la vicenda realmente accaduta dello scambio tra la spia sovietica Rudol’f Abel’, detenuta dall’esercito americano, e la spia americana Francis Gary Powers, detenuta dall’esercito sovietico.

Il muro cadde il 9 novembre 1989 alle 23.35. Questa frontiera politica si aprì il giorno successivo alle 18.30.

Origini della città di Potsdam

Il nome Potsdam viene da Podstupim, che significa sotto le querce, e dam, che è un suffisso che si incontra in altre città come Amsterdam e Rotterdam, e sono antiche dighe. A causa dell’ingente quantità d’acqua la viabilità tra Berlino e Potsdam risultava difficoltosa. Quindi Potsdam significa le dighe sotto le querce. Il peso politico come città era a Berlino. Potsdam era una città antica ma con un’evoluzione più lenta.

Arrivati in centro, nella piazza denominata Alter Mark (mercato vecchio), si nota subito un obelisco e dietro a questo un edificio. Si tratta della Chiesa di San Nicola commissionata nel 1826 all’architetto Karl Friedrich Schinkel che pre il progetto originale prevedeva una pianta a croce greca sormontata da una cupola. L’opera si concluse nel 1850. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale la danneggiarono pesantemente e i lavori di costruzione proseguirono tra il 1955 e il 1980.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale Potsdam rientrò nella sfera d’influenza dell’Est, nel ‘49 si proclamò la Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e rimase in zona orientale. È importante sottolineare nuovamente la sfera d’influenza durante la guerra fredda perché da questo ne derivò l’impegno alla ricostruzione o meno di alcuni edifici simbolo del passato prussiano della Germania. Ad esempio Castello di Charlottenburg, una delle residenze reali estive, ricadde a Berlino Ovest, sotto la sfera d’influenza britannica e per questo ci fu l’impegno alla ricostruzione dello stesso dopo i gravi danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Sorte diversa spettò al Museo Barberini di Potsdam sotto la sfera di influenza comunista. Costruito nel 1770/1 per volere del Re Federico II come edificio residenziale per l’abbellimento della città, i bombardamenti lo colpissero gravemente nel 1945 e  infine fu distrutto nel totalmente 1948. Si ricostruì completamente solo dopo la caduta del Muro di Berlino negli anni 2000 e oggi ospita mostre d’arte sia antiche che contemporanee.

potsdam
Obelisco e Chiesa di San Nicola
potsdam

Quartiere olandese

ORIGINI DEL QUARTIERE OLANDESE

Da Alter Markt continuo verso via Am Bassin  raggiungendo il Quartiere Olandese, la cui peculiarità è lo stile architettonico differente rispetto all’antica piazza del mercato. Si tratta infatti di una serie di casette a schiera costruite con mattoncini rossi. Nel quartiere si trova la Chiesa di San Pietro e Paolo del XIX Secolo. Ma perché un quartiere olandese in una cittadina di 170 mila abitanti come Potsdam? A Berlino c’è una piazza chiamata delle Chiese Gemelle (Gendarmenmarkt), che nacque perché circa 5000 francesi calvinisti si trasferirono in Prussia. Nel XVIII Secolo arrivarono anche famiglie ebree ed olandesi. Fu così che Re Federico Guglielmo I (1713-1740) ordinò la costruzione di un quartiere a Potsdam al fine di ospitare le famiglie olandesi.

LA CASA DI MOZART

potsdam

Al numero 10 di via Am Bassin, mi fermo di fronte ad un’abitazione con l’insegna Mozart. Qui infatti visse il musicista nella primavera del 1789. In quel periodo al potere c’era il re Federico Guglielmo II (1786-1797) passato alla storia come il grassone buono a nulla per la sua stazza e le abitudini da Don Giovanni. Aveva più amanti e al momento di scegliere la sposa elesse la figlia del direttore dell’opera di Berlino. Questo perché ad entrambi piaceva la musica. Cosa c’entrava Mozart in tutto questo? Il famoso musicista austriaco fece un viaggio da Dresda a Berlino. Cercava un lavoro fisso a corte e pensò di poter impressionare il monarco con le sue doti musicali. Non fu così. Il re gli commissionò alcuni lavori ma non gli offrì un posto a corte, motivo per il quale Mozart ripartì. Sei anni più tardi arrivò in città il pianista Beethoven che piacque così tanto al monarca da offrirgli il desiderato posto alla corte. Tuttavia il musicista lo rifiutò, il suo spirito rivoluzionario lo spingeva lontano da un lavoro a palazzo e ad una carriera più indipendente.

CIMITERO SOVIETICO

Poco più avanti c’è un cimitero con lapidi a 5 stelle. Si tratta di un cimitero sovietico e le punte rappresentano quelle della stella che si trovava nella bandiera sovietica. È un cimitero in onore dei soldati caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Cosa particolare, mentre il secondo conflitto è normalmente datato 1939-1945, per i russi l’inizio è posteriore 1941-1945 perché sono questi gli anni effettivi in cui l’Urss partecipò.

Non era solo un cimitero, Potsdam divenne la centrale dell’esercito russo in tutta la Germania Orientale. Qui fu ubicata la Centrale dei Servizi Segreti dell’Urss. Le prigioni della Seconda Guerra Mondiale furono poi usate dalla STASI (l’apparato di polizia segreta della DDR, Repubblica democratica tedesca) e molti campi di concentramento diventarono per un periodo campi sovietici in cui internare prigioni di guerra tedeschi, come nel caso di  Sachsenhausen.

Importante da notare è come venne trattata il nazismo durante la Guerra Fredda. Mentre la Germania Occidentale iniziò ad interessarsi alla questione ebraica e al relativo sterminio di 6 milioni dei suoi appartenenti, la Germania Est affrontò il nazismo da un punto di vista politico, ovvero come la più violenta forma di dittatura della classe borghese sul proletariato.

Storia dei re prussiani

FEDERICO GUGLIELMO I (1713-1740), IL RE SOLDATO O RE SERGENTE

Proseguo verso il centro sempre nel quartiere olandese. Il secondo re di Prussia fu Federico Guglielmo I (1713-1740), conosciuto anche come Re Soldato o Re Sergente. Se oggi pensando alla Prussia ci vengono in mente aggettivi come severo, preciso, esigente, si deve proprio a questa figura storica. Questo re fu letteralmente ossessionato dalle armi e dall’esercito. Tutti i fondi della corte furono usati per implementare le fila di un’armata che non usò mai. Ma il monarca non si fermò qui. Come guardie del corpo formò un reggimento di uomini la cui altezza doveva essere non inferiore a 1,88 metri e che passò alla storia come i Giganti di Potsdam. I soldati venivano reclutati non solo in Germania ma anche erano anche comprati fisicamente da altri stati europei. (https://www.cosebellemagazine.it/storie-straordinarie-i-giganti-di-potsdam/12102/)

In questo contesto il re decise di ampliare Potsdam e incaricare l’architetto referente  Johann Boumann la costruzione di circa 130 abitazioni per gli olandesi e le loro famiglie ma anche per gli ugonotti francesi. Lo stesso re esigé anche l’allargamento della via di Brandeburgo, oggi una delle vie principali della città che termina con la Porta di Brandeburgo, costruita per ordine di Federico II di Prussia, il figlio del Re Sergente.

FEDERICO II (1740-1786), FEDERICO IL GRANDE

Figlio del Re Soldato fu Federico II, che passò alla storia come Federico il Grande, il re più ricordato della famiglia Hohenzollern. Mentre suo padre non era amante della musica e delle arti in generale, il figlio fu musicista e compositore. È ricordato da una parte per il suo interesse artistico, intellettuale e filosofico, dall’altra per le mire militari ed espansionistiche che caratterizzarono la seconda parte della sua vita. Fu lui a chiedere la costruzione della Porta di Brandeburgo che s’ispirò all’Arco di Costantino di Roma ed era la porta di entrata alla città. Fu costruita in seguito all’annessione dei territori polacchi alla Prussia.

Dopo la Porta di Brandeburgo iniziano i giardini di Sanssouci. Il palazzo è un edificio in stile francese. Questo perché Federico il Grande era interessato alla musica e alle arti. Al militarismo tedesco preferiva di gran lunga la cultura francese tanto che nella corte si parlava francese. Il musicista di corte in questi anni fu il figlio maggiore di Bach. Anche il filosofo Voltaire per un periodo visse qui. Quindi ci furono una serie di personaggi culturali dell’epoca che ruppero con l’idea del padre militare.

Tuttavia è bene sottolineare il fatto che una seconda parte della vita di Federico il Grande fu caratterizzata da una politica espansionista e fu quando la Prussia raggiunse la massima espansione territoriale. Il regno raggiunse l’apice della sua forza militare sotto Federico Il Grande.

La relazione che aveva con il padre era burrascosa. Il padre voleva crescerlo con idee militariste, mentre al figlio interessava la musica e le poesie. All’età di 18 anni fuggì da Brandeburgo con il suo miglior amico. Tuttavia fu scoperto e il suo gesto considerato come tradimento alla corona. Inoltre poteva essere messa in pericolo la discendenza, quindi fu condannato a morte insieme all’amico. Alla fine uccisero l’amico ma non Federico II che si arrese al suo destino: essere re di Prussia e compiere a questo dovere, oltre che essere l’erede dell’esercito che il padre aveva creato.

Nauener Tor
Porta di Brandeburgo

FEDERICO GUGLIELMO II DI PRUSSIA (1786-1797), IL GRASSONE BUONO A NULLA

Alla morte di Federico II gli succedette Federico Guglielmo II di Prussia  passato alla storia come il grassone buono a nulla, dal momento che intratteneva un’intensa vita coniugale. Con lui il regno s’ indebolì finché Napoleone riuscì ad invadere la Prussia nel 1806.  

Questo rappresentò un passaggio storico molto importante perché si contraddistinsero due nazionalismi molto forti: quello francese da una parte e quello tedesco dall’altra.

GUGLIELMO I (1861-1888), L'IMPERATORE DI GERMANIA

L’entrata della Francia in Prussia nel 1806 rappresentò un momento di riflessione e nascita importante del nazionalismo tedesco. In quel momento la Germania come stato unito con lingua, cultura e confini territoriali precisi non esisteva. Tutto questo avvenne nel 1871 quando il monarca Guglielmo I (1861-1888) ottenne il titolo di Imperatore della Germania 

Questo per sottolineare che la Germania è un paese molto giovane. In tutto ciò c’è stata una linea che ha contraddistinto la Prussia che è stata la guerra, una politica espansionista portata avanti anche da parte di Otto von Bismarck, cancelliere del regno dal 1871 al 1890.

FEDERICO III (1888)

Il successore del primo imperatore di Germania Guglielmo I, fu il figlio Federico III che rimase al potere solo 99 giorni. Non ebbe il tempo di far nulla, ma se lo avesse avuto, probabilmente la storia della Germania sarebbe stata differente. La sua è una figura misteriosa. Nonostante fosse stato educato dal militarismo di suo padre, lui crebbe con idee più liberali. Voleva instaurare una democrazia liberale e più vicina all’ideologia europea che nazionalista. Morì di salute solo dopo 99 giorni di regno. È sepolto nella Friedenskirche di Potsdam, fatta costruire da un precedente re Federico Guglielmo IV che era un amante dell’arte italiana e per questo aveva incaricato di costruire questa chiesa in stile neo-romanico all’interno dei Giardini Sanssouci.

GUGLIELMO III (1888-1918)

Fu il figlio di Federico III e con lui terminò la monarchia perché il 9 novembre 1918, due giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, abdicò.

Palazzo Sanssouci

Federico II, o Federico il Grande ordinò la costruzione del Palazzo di Sanssouci che avvenne dal 1745 al 1747.

Sanssouci significa senza preoccupazione, quindi è una sorta di spazio simbolico e ritirato per la vita del re. Ma non per la vita pubblica e politica che avveniva a Berlino. La separazione degli spazi è molto importante per questo re. Lui aprì i giardini di Sanssouci agli abitanti di Potsdam e questo per un re del secolo XVIII non era normale. I francesi, a Versailles, non l’avrebbero mai fatto. Quindi Sanssouci è da intendersi come spazio per la cultura e l’intimità.

CASA DI TENCI

Passeggiando per i giardini m’imbatto in un edificio dall’aria orientaleggiante e con persone dai tratti asiatici intenti a cantare e suonare. Si tratta della Casa di Tencin e il re la fece costruire proprio con l’obiettivo di adibirre questo spazio alla musica. Per quanto riguarda l’architettura orientale, non c’erano turisti o commercianti provenienti dall’Est, ma in quel momento era di moda la porcellana cinese, considerata come un elemento di prestigio. In questo luogo si veniva a prendere il tè e a suonare. Il re era così amante della musica tanto che secondo una leggenda fu lui ad aver composto una parte dell’inno di Spagna. Si racconta che compose diversi pezzi che piacquero molto ad una sua cugina, sposa di Carlo III Spagna e di conseguenza arrivò così alla corte iberica. Quello che vediamo qui è una specie di stravaganza del re. Era un monarca molto moderno ai suoi tempi.

TOMBA DEL REL

Continuo a passeggiare per i giardini ammirando il mulino a vento finché giungo ad una lapide sormontata da patate. È la tomba di Federico II.

Per approfondire ulteriormente la sua figura occorre dire che nel palazzo di Sanssouci vivevano solo uomini. Era una residenza estiva ma lui viveva quasi tutto l’anno qui. Aveva una moglie che viveva a Berlino ma non ebbero mai figli e di conseguenza discendenti.

Quando morì nel 1786 chiese di essere sepolto senza onorificenze ma da solo nell’intimità di Sanssouci. Tuttavia il suo successero Federico Guglielmo II, il grassone buono a nulla, suo nipote in quanto figlio del fratello, lo fece seppellire in pompa magna nella Garnisonkirche di Potsdam. Solo dopo la caduta del muro di Berlino nell’agosto 2011 furono rispettate le volontà del re e,  dopo duecento anni, il corpo di Federico II trova sepoltura lì dove ha sempre voluto. Non solo, vicino a lui furono seppelliti anche i resti del suo cavallo e dei suoi cani. Sulla tomba è riportato Federico Der Rosse, come lo chiamava Voltaire e come lo chiamava Voltaire e la sepoltura fu come filosofo, non come monarca. Era un re molto colto e diceva che l’esercito del padre non avrebbe aiutato, sarebbe stata molto più utile la conoscenza. Per un uomo del XVIII secolo era veramente rivoluzionario come modo di pensare.

Sopra la tomba ci sono delle patate che vediamo, che oggi sono alla base dell’alimentazione tedesca. Fu infatti Federico II che normalizzò il suo consumo e ne supervisionò la coltivazione, perché erano prodotti a basso costo. Non a caso fu un prodotto che servì ai soldati tedeschi durante il primo conflitto mondiale per sopravvivere alle lunghe guerre di trincea. I cittadini le pongono qui come segno di riconoscenza.

 

https://blog.zingarate.com/berlino/la-tomba-di-federico-ii-una-storia-damore-oltre-i-secoli.html

Lascia un commento