foro romano
Foro Romano

Via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia, Via Sacra, Via del Trionfo

Il viaggio di oggi sarà una passeggiata nell’antica Roma, lungo quei luoghi che da sempre rappresentano l’immaginario dell’impero: il Foro Romano, il Colle Palatino e il Colosseo.

La passeggiata inizia lungo Via dei Fori Imperiali, conosciuta anche come Via della Parata Militare. E’ infatti qui che il 2 giugno 1948 sfilarono nove reggimenti delle forze armate per celebrare il secondo anniversario della Repubblica. La parata terminò in Piazza Venezia davanti all’Altare della Patria.

Via dei Fori Imperiali e Piazza Venezia sono due luoghi strettamente connessi ad un altro periodo storico di Roma, quello del Fascismo con Benito Mussolini. Nel 1929 il Duce adibì Palazzo Venezia, nell’omonima piazza, a sede del governo italiano. Dal balcone di Palazzo Venezia era solito arringare la folla nelle occasioni più importanti, come nel 1940 in cui dichiarò guerra a Regno Unito e Francia, sancendo l’entrata in guerra dell’Italia.

Nel 1932 Mussolini costruì Via dei Fori Imperiali. La scelta iconica determinava la fine della strada in Piazza Venezia, al cospetto del simbolo di massima magnificenza dell’Impero Romano, l’Anfiteatro Flavio o Colosseo. L’opera di ingegneria urbanistica implicò il ricollocamento delle persone che abitavano nel Rione Alessandrino. Il quartiere era così chiamato in memoria del Cardinale Michele II Bonelli preveniente da Alessandria, che intorno al 1570 DC promosse la bonifica di questa zona per adibirla a quartiere. In epoca mussoliniana il rione contava 2000 persone di ceto basso, per la maggior parte artigiani, che furono ricollocati nelle borgate di periferia come Pratello, Garbatella e Quarticciolo. Non solo, la costruzione della nuova via comportò anche lo sbancamento del Colle Velia, un’altura di 40 metri posta tra il Palatino e l’Esquilino.

Vicino al Colosseo, si trova l’Arco di Costantino. Il primo imperatore cristiano della storia di Roma Imperiale Costantino Maximo lo inaugurò nel 315 DC, a seguito della vittoria contro Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio del 312 DC. Si tratta dell’ultimo arco, chiudendo di fatto un’epoca in cui la costruzione degli archi serviva a celebrare e immortalare per l’eternità le gesta degli imperatori romani scolpendole sul marmo.

Per accedere al Foro Romano si sale lungo la Via Sacra, in cui i sovrani erano soliti sfilare in trionfo dopo le loro conquiste. Al termine di questa si trova un altro simbolo di Roma: l’Arco di Tito. Tito era un condottiero romano che nel 70 DC represse una violenta guerra civile scoppiata a Gerusalemme, protettorato dei romani guidato da capi locali. Gli ebrei si ribellarono perché non volevano adorare l’imperatore come un re pagano e nemmeno pagare un fisco maggiorato (fiscus iudaicus), tassa introdotta da Vespasiano, che regnò dal 69 al 79 DC dando avvio alla dinastia Flavia e padre dello stesso condottiero Tito. 

In Giudea la guerra scoppiò nel 65 DC sotto il regno di Nerone che terminò la dinastia dei Claudi nel 68 DC. Nel 70 DC Tito assediò Gerusalemme per 4 mesi, distruggendo la città e portando a Roma 30 mila schiavi e 50 mila tonnellate di oro e argento che servirono anche a finanziare la costruzione del Colosseo. Nell’arco di Tito ci sono una serie di raffigurazioni per celebrare la vittoria. In una i soldati romani trasportano opere del tempio di Gerusalemme come le trombe d’argento e il candelabro a sette bracci. Su un’altra parete interna Tito viene portato in trionfo lungo la via sacra. Dietro di lui si trova una donna alata, Niche, la dea della vittoria. La marca delle scarpe Nike ha ripreso sia il nome che la stilizzazione delle ali dalla dea Niche. Infine, sulla volta a cassettoni è rappresentato di nuovo Tito che ascende al cielo su di un’aquila.

Foro Romano

Proseguiamo il nostro cammino su Via del Trionfo per scendere al Foro Romano.

L’area del foro romano era inizialmente una palude putrida. Dopo la bonifica avvenuta con il sistema fognario della Cloaca Maxima fu possibile la realizzazione del foro romano. La cloaca venne realizzata alla fine del VI secolo DC, verso la fine della fase monarchica. (Gli studiosi suddividono la storia di Roma in tre grandi fasi: la prima è quella dell’età regia dal 753 AC, anno della fondazione, al 509 AC.). I romani costruirono questo grande sistema di drenaggio delle acque utilizzando le capacità ingegneristiche degli etruschi che inglobarono nel loro regno. Il foro rimase il centro nevralgico delle attività cittadine per circa 1000 anni, dal 600 AC al 608 DC, fino all’arrivo del cristianesimo e alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Da questo momento in poi questo luogo perse la sua importanza originaria. Le capitali si trasferirono a Costantinopoli, Ravenna, Milano. Il foro lentamente venne sepolto. Solo nel 1902 si decise di riportarlo in luce. Non era rimasta memoria dei tempi antichi, tanto che era conosciuto come campo vaccino, ovvero il campo in cui far pascolare buoi e pecore.   

Tempio di Romolo

Nella zona presso le pendici del Palatino si trovano templi risalenti alla terza e ultima fase della storia di Roma quella imperiale (31 AC – 476 DC). Il primo tempio che incontriamo è detto di Romolo. Massenzio, ultimo imperatore pagano, lo fece erigere nel 307 DC in onore del figlio morto in tenera età. La porta di bronzo è quella originale del IV secolo DC, come anche le colonne di porfido provenienti dalle cave d’Egitto e la trabeazione. Tuttavia, ad oggi, questo tempio è una chiesa cristiana. Questo perché nel VI DC Papa Felice IV aveva convertito il vecchio tempio pagano nella chiesa cristiana dei SS. Cosma e Damiano visitabile e al cui interno è custodito uno degli mosaici più antichi della Roma Cristiana. Sull’abside su un uno sfondo blu cobalto è rappresentato Cristo con ai lati San Pietro e San Paolo. Questo passaggio dal paganesimo al cristianesimo rappresenta un punto di svolta importante: molti templi e costruzioni dell’antica Roma furono conservati proprio grazie alla conversione in edifici cristiani. E’ il caso anche del Pantheon, costruito nel 33 AC da Agrippa e trasformato nella Basilica di Santa Maria ad Martyres nel 608 DC.

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Tempio di Romolo

Tempio di Antonino e Faustina

L’imperatore Antonino fece erigere questo tempio in onore dell’ amata moglie Faustina nel 141 DC, dopo la morte dell’imperatrice. Alla morte di Antonino il tempio venne dedicato anche a lui come dimostrano le iscrizioni sulla facciata: DIVO ANTONINO ET DIVAE FAUSTINAE EX XC. Come nel caso precedente, intorno al VII DC, anche se ad un livello superiore,  la struttura fu riconvertita in Chiesa di San Lorenzo in Miranda.

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Tempio di Antonina e Faustino

Basilica Emilia, Basilica Iulia

Tra il tempio di Antonino e Faustina e la Curia Iulia, il palazzo marrone sede principale del senato, si ergeva imponente un altro simbolo della Roma Antica, la Basilica Emilia. Si trattava di un enorme edificio rettangolare circondato da un porticato. Nonostante il nome possa trarre in inganno, non si trattava di un luogo religioso, ma veniva usato per 3 motivi principali:

  • Come tribunale amministrativo, ospitando processi di giustizia;
  • Come sede per trattative commerciali;
  • Come intrattenimento per i cittadini romani, dal momento che intorno al porticato erano sorte tante botteghe e bancarelle in cui mangiare o passare il tempo come dimostrano le tabulae lusurioae

Alla fine della Basilica Emilia, si trova l’Arco dei Severi, costruito intorno al 202 DC in onore dell’imperatore Settimio Severo e dei figli Caracalla e Geta, in seguito alla vittoria sui Parti. Ai piedi di questo, si trovava il milliarium aurem, il punto che segnava l’inizio di tutte le strade romane.

C’è un altro edificio gemello adibito anticamente alle stesse funzioni della Basilica Emilia e di cui oggi rimangono solo pochi resti,  la Basilica Iulia, così chiamata perché fu iniziata da Giulia Cesare intorno al 54 AC.

Giulio Cesare

Se c’è una figura nell’immaginario collettivo internazionale che salta alla mente quando si parla dell’antica Roma è sicuramente Giulio Cesare. Fu uno dei massimi esponenti del secondo periodo della storia romana, l’età repubblicana 509 AC – 31 AC. Nato nel quartiere Suburra, dalla famiglia patrizia gens iulia, viene ricordato come colui che espanse i confini di Roma fino all’Oceano Atlantico a seguito della conquista della Gallia. Non solo, vari film tra cui quello del 1963 diretto da Joseph L. Mankiewicz, lo ritraggono come il verace condottiero romano che sedusse e fu sedotto dalla bella e intelligente Cleopatra, regina d’Egitto, ai tempi provincia romana, con la quale ebbe una storia e un bambino, Cesarione. L’assassinio di Giulio Cesare risale avviene il 15 marzo del 44 AC. Dopo essersi recato in senato, a quel tempo ubicato in Largo di Torre Argentina, i congiurati capitanati da Bruto e Cassio, lo uccisero con 23 coltellate. Il 20 marzo 44 AC, a distanza di 5 giorni, una portantina trasportò il corpo esanime e martoriato al foro romano e bruciato. Il luogo del rogo è ancora visibile, in un angolo dove ancora oggi i visitatori passando lanciano monetine in onore del condottiero romano.

La morte di Giulio Cesare accelerò la transizione dall’età repubblicana a quella imperiale. A contendersi il potere rimasero: Ottaviano e Marco Antonio. Marco Antonio, impegnato nella lunga battaglia contro i parti ad oriente, ebbe una relazione con Cleopatra. La guerra civile tra i due romani terminò con la Battaglia di Azio, in Grecia, nel 31AC in cui a perdere fu Marco Antonio. Quest’ultimo si rifugiò ad Alessandria e si suicidò nel 30AC quando l’esercito di Ottaviano si trovava ormai alle porte della capitale egiziana. Cleopatra, consapevole che la sua fine sarebbe stata quella di aver sfilato in catene per le vie romane, lo seguì togliendosi la vita.

Con Ottaviano, si inaugurò l’età imperiale, diventando imperatore nel 27AC con il titolo di Augusto, “degno di venerazione e di onore”.

Colle Palatino

Saliamo ora sul Colle Palatino. Situato in una posizione strategica, sull’attraversamento naturale del Tevere (Isola Tiberina), è  simbolicamente e storicamente ritenuto il luogo in cui tutto ebbe inizio. Il mito racconta che Romolo e Remo si ritrovarono in una cesta abbandonata tra le fronde di un fico che si trovava lungo il Tevere. La storia racconta che la presenza del fiume Tevere favorì la formazione di un insediamento stabile, il nucleo originario della civiltà romana, datato VIII AC, lo stesso periodo del mito.

Dall’alto la vista che ci offre sul foro è mozzafiato, in lontananza l’Altare della Patria, all’estremità opposta il Colosseo. Guardando in basso notiamo altri resti vicino ai quali abbiamo passeggiato prima: la Basilica Massenzio e ciò che resta della Casa delle Vestali.

Basilica di Massenzio

La struttura con 3 grandi archi è la Basilica di Massenzio. Iniziata agli inizi del IV AC dall’imperatore Massenzio con la funzione civile di tribunale, il suo nemico Costantino dopo aver preso il potere la ristrutturò ponendo la centro la sua grande statua di 12 metri di cui oggi i resti (testa, braccio e piede) sono conservati nei Musei Capitolini.

Casa delle Vestali

Sempre guardando verso il basso, lo spazio rettangolare con una serie di statue era la Casa delle Vestali.

Si trattava di un palazzo di 2 piani con un peristilio centrale in cui c’erano una serie di vasche per la raccolta dell’acqua in cui allevavano pesci. Le vergini vestali erano donne ricche e rispettabili che per 30 anni erano dedite al culto della Dea Vesta. Il loro compito era di mantenere perennemente acceso il fuoco che ardeva all’interno del tempio circolare dedicato alla dea. Per tutto il periodo non potevano avere rapporti sessuali e se questo succedeva, come nel caso della vestale Oppia, venivano sepolte vive nel campus sceleratus, in un’area che è stata identificata dagli archeologi tra la stazione Termini e l’area del Viminale.

Palazzo di Domiziano

Il Palatino fu anche il luogo in cui molti imperatori decisero di vivere. A partire da Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Con la morte di Nerone nel 68DC si chiude la dinastia giulio-claudia e si apre quella del Flavi. Il palazzo nel colle palatino di cui si può ancora ammirare il pavimento con il marmo colorato è il Palazzo di Domiziano, figlio dell’Imperatore Vespasiano, colui che diede avvio alla dinastia Flavia e colui che decise di costruire il Colosseo.